La valorizzazione del territorio passa sempre più frequentemente attraverso l’organizzazione di eventi sportivi e la capacità dei luoghi di fornire offerte sempre più personalizzate sul fronte del fitness e del wellness. Non c’è dubbio che l’affermazione sia fondata: basta osservare la competizione che si innesca tra grandi aree del pianeta in occasione di candidature a una vastissima gamma di manifestazioni internazionali. Tuttavia per fare in modo che l’organizzazione di un evento produca azioni ed effetti positivi nel medio e nel lungo tempo è fondamentale che gli attori svolgano azioni coordinate, competenti e mirate.
La macchina organizzativa di un evento sportivo è un meccanismo coinvolgente, entusiasmante, affascinante, ma delicato. Comunicazione, marketing, organizzazione tecnica,qualità degli impianti e dei servizi, gestione dei volontariimpongono una gestione che si regge sia sulle emozioni sia sulle competenze.
E questo vale persino di più per quelle attività che non hanno l’impatto mediatico del grande evento, ma hanno un peso significativo sul fronte dell’assistenza alla persona (comfort, personalizzazione dei programmi dietetici e sportivi, attività integrative ricreative e culturali, conquista e fidelizzazione dell’utenza, soddisfazione personale del cliente). Insomma l’integrazione tra emozione e competenze, passione e capacità, sentimento e esperienza rappresentano la giusta miscela per mettersi in gioco in uno dei settori a più grande margine di crescita nei prossimi decenni.
Questi settori sono ormai componenti fondamentali del tessuto delle aree evolute, motori di un’economia che vede l’uomo sempre più centrale nelle dinamiche sociali. Per questo ha una forte componente emotiva, un fascino che combina competizione, benessere, partecipazione al gioco di squadra, valori.
Un grande evento sportivo può avere un’enorme visibilità senza lasciare tracce tangibili sul territorio se nell’organizzazione se prevale l’orientamento al prodotto. Un modesto evento (o un’attività costante sul fronte dello sport) può generare al contrario uno straordinario “effetto trascinamento” se prevale l’orientamento al mercato con forniture di servizi confortevoli, a prezzi competitivi e di qualità adeguata. L’evento sportivo è via via (dall’Olimpiade di Tokyo 64 in poi) divenuto uno strumento privilegiato di marketing territoriale, ma alcune edizioni sono divenute memorabili e storiche, altre no.
L’esempio di Barcellona ’92 (XXV Olimpiade estiva moderna) è il più clamoroso caso di un’azione coordinata che ha avuto come attori il governo spagnolo, gli amministratori pubblici e gli imprenditori privati della Catalogna, l’Università, il mondo della comunicazione e quello del management dello sport, gli sponsor. Oggi Barcellona è non solo un punto di riferimento del mondo sportivo, ma una delle mete più gettonate del turismo sportivo europeo. Inoltre lo “sbarco” in ogni angolo del pianeta di prodotti giapponesi prima (Tokyo 64) e coreani poi (Seul 88) sono anche la più lampante dimostrazione di come l’evento sportivo sia in grado di imprimere una straordinaria accelerazione per l’affermazione di prodotti commerciali di largo consumo. Senza trascurare la ricaduta che eventi sportivi di grande portata ha sui cambiamenti urbanistici recuperando aree degradate, arricchendole di infrastrutture di cui risultavano sprovviste e generando virtuosi fenomeni di economia urbana.
Il Master ha esattamente l’obiettivo di formare manager dello sport che siano in grado di svolgere, nel rispetto delle peculiari professionalità e delle competenze, azioni che (d’intesa con altri attori) producano la valorizzazione del territorio.
Dionisio Ciccarese
Direttore Area Comunicazione, Bari 1997 XIII Edizione Giochi del Mediterraneo, Membro della Scuola Regionale dello Sport CONI Puglia. Presidente di Homepage Group.
Coordinatore didattico del Master.